Un tantrum è una reazione comportamentale intenzionale che un bambino utilizza per esprimere frustrazione o per ottenere ciò che desidera. Ad esempio, potrebbe piangere, urlare o protestare perché non ha ottenuto un giocattolo. I tantrum sono spesso legati a un bisogno o desiderio insoddisfatto e tendono a cessare se il bisogno viene soddisfatto o se il bambino si accorge che il comportamento non è efficace. Un meltdown, invece, è una reazione involontaria e travolgente causata da un sovraccarico emotivo, sensoriale o mentale. In questo caso, il bambino non ha il controllo delle proprie emozioni, e la crisi non può essere “fermata” semplicemente soddisfacendo un desiderio. I meltdown sono più comuni nei bambini con sensibilità particolari, come quelli che vivono situazioni di stress elevato o che hanno disturbi del neuro-sviluppo (ad esempio, l’autismo).
Come Gestire un Tantrum: Consigli Pratici
- Rimanere calmi e fermi: Non cedere alla richiesta irragionevole del bambino per fermare il comportamento. Cedere potrebbe rinforzare il tantrum.
- Ignorare il comportamento negativo: Se il bambino si comporta in modo inappropriato (urlare, lanciare oggetti), ignorare il comportamento, ma rimanere presenti e disponibili.
- Offrire alternative: Aiutare il bambino a esprimere il proprio desiderio o frustrazione con parole o gesti, e proporre soluzioni pratiche.
- Dare attenzione positiva: Quando il bambino si calma, lodare il suo autocontrollo: “Bravo, hai smesso di gridare, adesso possiamo parlare.”
Come Gestire un Meltdown: Consigli Pratici
- Riconoscere i segnali premonitori: Identificare situazioni o stimoli che potrebbero sovraccaricare il bambino (rumori forti, stanchezza, fame).
- Ridurre gli stimoli: Portare il bambino in un ambiente più tranquillo e sicuro, lontano da fattori di stress.
- Rassicurare il bambino: Usare un tono calmo e rassicurante, senza pretendere spiegazioni o risposte.
- Aiutare a regolare l’emozione: Offrire strumenti come un oggetto rassicurante, un abbraccio (se gradito) o incoraggiare respiri profondi.
- Essere pazienti: Ricordare che il bambino non ha il controllo durante un meltdown. Non punirlo o aspettarsi che si calmi immediatamente.
Case Study 1: Gestire un Tantrum
Situazione:
Luca, 3 anni, è al supermercato con la mamma e vuole un pacchetto di caramelle. La mamma dice di no, e Luca inizia a gridare, piangere e battere i piedi per terra.
Come interviene la mamma:
- Rimane calma e dice fermamente: “Capisco che vuoi le caramelle, ma oggi non le compreremo.”
- Ignora il comportamento di Luca, ma rimane accanto a lui, mostrando che è presente.
- Quando Luca si calma (dopo qualche minuto), la mamma dice: “Grazie per esserti calmato. Adesso possiamo parlare. Vuoi aiutarmi a scegliere la frutta?”
- Offre una distrazione positiva, coinvolgendolo in un compito interessante.
Risultato:
Luca capisce che gridare non porta risultati, ma riceve attenzione positiva quando si comporta in modo calmo.
Case Study 2: Gestire un Meltdown
Situazione:
Sara, 5 anni, è ad una festa di compleanno. Dopo un’ora, inizia a coprirsi le orecchie, piangere e urlare, perché si sente sovraccaricata dai rumori forti e dalle luci.
Come interviene il papà:
- Nota i segnali di disagio di Sara e la porta in un angolo tranquillo della casa.
- Parla con tono calmo e rassicurante: “Va tutto bene, sono qui con te. So che ci sono tanti rumori e che ti senti a disagio.”
- Le offre un oggetto rassicurante (il suo peluche preferito) e le suggerisce di respirare insieme a lui.
- Una volta calmata, il papà chiede: “Vuoi restare qui ancora un po’ o preferisci tornare a casa?”
Risultato:
Sara si sente compresa e supportata, e il papà ha evitato che la situazione peggiorasse. La bambina impara che può trovare conforto e sicurezza con l’aiuto del genitore.
Conclusione:
La chiave per gestire sia i tantrum che i meltdown è riconoscere il tipo di crisi e rispondere con calma, empatia e strategie appropriate. I tantrum richiedono fermezza e coerenza, mentre i meltdown necessitano di rassicurazione e un ambiente sicuro. In entrambi i casi, il genitore deve fungere da guida e sostegno, insegnando al bambino a comprendere e gestire le proprie emozioni in modo graduale.

